I giovani guidano la resistenza in Sudan

Di Rabah Omer

tradotto da https://africasacountry.com/2018/11/youth-revive-resistance-in-sudan

La repressione statale non può competere con le forme innovative di attivismo tra i giovani del paese.

Quando parliamo della crisi della governance in Sudan, l’attenzione è solitamente limitata all’incompetenza e alla corruzione del partito al governo. Tuttavia, l’opposizione del National Umma Party (NUP) è vista con altrettanta sfiducia, a causa delle sue regolari alleanze con il regime, e inoltre, per la sua mancanza di visione, di un piano per affrontare i problemi del paese e per guidare un cambiamento significativo.

Dal momento in cui il National Congress Party (NCP) del presidente Omar el-Bashir ha preso il potere con un colpo di stato nel 1989 (dopo una scissione con i suoi partner del partito islamico), ha lavorato diligentemente per attuare un piano globale per eliminare tutte le forme di resistenza.

Bashir introdusse la politica di Altamkeen (potenziamento e consolidamento) e lanciò una serie di iniziative per assicurarsi la presa sulle risorse economiche e politiche del paese. Bashir ha iniziato mettendo al bando tutti i partiti politici, le associazioni professionali, i sindacati degli studenti e le attività civiche. Ha poi licenziato migliaia di persone non allineate al partito di governo dal servizio pubblico, compresi esercito e polizia. Per quanto riguarda la politica, il PCN ha annunciato la liberalizzazione degli scambi, le misure di privatizzazione, la revoca delle sovvenzioni sociali e i tagli alla spesa pubblica per i servizi.

L’obiettivo era quello di simulare le condizioni economiche che l’hanno avvantaggiato (assieme al Movimento Islamico) a metà degli anni ’70 -’80, quando ha beneficiato enormemente della corruzione e della speculazione derivante dalle politiche di liberalizzazione del Fondo Monetario Internazionale e di altri sostenitori occidentali. La liberalizzazione economica secondo il disegno del FMI è stata attuata rapidamente, determinando la privatizzazione dei principali nodi produttivi del paese. Il governo ha venduto imprese e società di proprietà pubblica in tutti i settori, come i trasporti, le comunicazioni e l’agricoltura, attraverso procedure corrotte che hanno favorito gli affiliati del partito.

La trasparenza e la responsabilità erano quasi assenti; il governo controllava il sistema bancario, limitando i prestiti ai soli fedelissimi del partito.

L’impatto sociale di queste politiche negli ultimi tre decenni è stato devastante. Come ogni paese che applica la liberalizzazione economica senza alcun accompagnamento e una pianificazione strategica, la polarizzazione della società sudanese – dove l’opulenta ricchezza dei pochi contraddice la povertà della maggioranza, insieme ai tagli alle spese mediche e scolastiche – è desolante. Inoltre, le guerre civili che hanno avuto inizio nel sud del Sudan e nel Darfur nei primi anni del 2000 hanno causato centinaia di migliaia di sfollati interni e un esodo di persone nella povertà a Khartoum e nei dintorni. Migliaia di cittadini sudanesi sono fuggiti dal paese.

I giovani in Sudan, quelli di età compresa tra i 15 e i 35 anni che costituiscono il 41% della popolazione, sono stati particolarmente colpiti. Coloro che non hanno sostenuto il partito al governo hanno trovato difficoltà a esprimere il loro potenziale. La disoccupazione giovanile era alta e la resistenza studentesca, per esempio, non era tollerata. Sindacati studenteschi, associazioni professionali e organizzazioni comunitarie/culturali sono stati infiltrati da quadri del governo, per assicurarsi che stessero seguendo la linea del partito. Il governo ha capito, attraverso l’esperienza, che questi ambienti erano terreno fertile per la resistenza e l’organizzazione della comunità. Ci sono voluti ulteriori passi per sopprimere le sfide lanciate al suo potere, introducendo restrizioni su dove gli studenti registrati potevano vivere (confinati nei campus), riducendo gli aiuti finanziari e limitando i trasporti nei campus. Il regime ha lanciato “Il progetto studentesco generatore di reddito” e ha promosso una campagna per “lavorare duramente”. L’accesso all’espressione sociale, culturale e politica era limitato, al di là di ciò che era controllato dal governo. E le sanzioni imposte dalla comunità internazionale hanno ulteriormente isolato il paese e i suoi giovani.

Attualmente, un problema centrale nel panorama politico è la mancanza di alternative. Il popolo sudanese diffida dell’opposizione e il regime sfrutta questa sfiducia dell’opinione pubblica per sopprimere gli sforzi dell’opposizione per mobilitarsi per il cambiamento; la gente guarda a modelli di cambiamento dal passato, ai movimenti rivoluzionari che hanno rovesciato due dittature e combattuto contro il colonialismo. In tal modo trascurano il fatto che nonostante tre decenni di repressione sotto el-Bashir, diverse forme di attivismo sono comunque emerse nel Sudan contemporaneo.

Storicamente, la grande potenzialità sociale del Sudan non è stata mai presa sul serio, o tanto meno considerata una fonte di forza. Generazioni di leader politici in Sudan furono educate e addestrate secondo il metodo del sistema coloniale, che mirava a creare élite e ad allontanare ulteriormente la politica dal quotidiano della maggioranza sudanese. La resistenza giovanile a queste divisioni imposte non è nuova, anzi ha precedenti storici risalenti agli anni ’80 presso l’Università di Khartoum. I tentativi della dittatura di infiltrarsi e di minare gli sforzi di chi affrontava l’autorità politica, attraverso gruppi di studenti, affiliati e attività, sono stati neutralizzati con successo da un gruppo di studenti che ha lanciato il movimento molto diffuso Alheyad (Neutralism), che chiedeva di trasformare la politica in Sudan. Il movimento ebbe successo politicamente ed economicamente; ha vinto le elezioni sindacali studentesche e prodotto un corpus significativo di pratica militante che ha cambiato significativamente il linguaggio dell’attivismo studentesco presso l’Università di Khartoum.

Il movimento Alheyad aveva molto in comune con le iniziative di strada contemporanee. Si basava sul social networking, aveva un’organizzazione fluida, rispondeva alle reali esigenze della società e forniva soluzioni pratiche. Ha finanziato le sue attività raccogliendo denaro da studenti, neolaureati e da reti più ampie della società civile. Cosa più importante, ha prodotto una profonda critica della politica in Sudan e ha incarnato ciò che la politica dovrebbe rappresentare nella società nel suo complesso. La dipendenza dal social networking facilitò le iniziative del movimento e proteggeva i suoi membri dalle vessazioni degli agenti di sicurezza governativi; ha reso facile raccogliere informazioni.

Il crollo di tre decenni di regole repressive e politiche di aggiustamento strutturale ha creato una crisi in Sudan che richiede una risposta adeguata. I giovani del paese si stanno mobilitando. Ad esempio, la privatizzazione dell’assistenza sanitaria significa che la cura di determinate malattie è un lusso piuttosto che un diritto. In risposta, un’iniziativa denominata Shar’i Alhawadith (Emergency Street) – per la strada di Khartoum da dove è iniziata – censisce i malati della comunità che non possono permettersi le loro medicine. Il gruppo raccoglie fondi attraverso i social media e le collette di strada, per aiutare a pagare questi farmaci. Un altro movimento, Adeel Almadares (Doing Good for Schools), raccoglie denaro per le rette scolastiche degli studenti e la manutenzione delle infrastrutture, nel caso di scuole che sono cadute in rovina. I gruppi sono mobilitati per rispondere alle crisi non appena si presentano. L’iniziativa Nafeer salva e sostiene le persone che sono state colpite dalle inondazioni. Fornisce riparo, cibo e manodopera per riparare le case danneggiate, mentre partecipa anche alla costruzione di un’infrastruttura di prevenzione delle alluvioni. Sadagat (denaro donato per aiutare gli altri) lavora durante il Ramadan per assicurare il pasto principale della giornata alle famiglie bisognose. Viene anche riconosciuta l’importanza di far rivivere la vivacità culturale e intellettuale della comunità. Mafroosh (Laid Out in the Open) organizza una fiera/scambio di libri mensili. È un popolare luogo di incontro per i giovani. Un’altra iniziativa è volta a riunire poeti e persone interessate nelle strade per recitare e celebrare la poesia.

Tutte queste iniziative hanno obiettivi distinti, ma anche caratteristiche chiave in comune. Innanzitutto, fanno affidamento su valori molto celebrati della società sudanese: rispondere prontamente alle esigenze degli altri, ad esempio. Se guardiamo al significato dei loro nomi, scopriamo che sono tutte parole tradizionali sudanesi usate per organizzarsi ad aiutare gli altri, che evidenziano l’altruismo e la dedizione ai membri della comunità. In secondo luogo, queste iniziative non hanno strutture sistematiche o un’organizzazione rigorosa; sono reti spontanee che si basano sulla volontà e sull’interesse delle persone che vogliono dedicarvisi volontariamente mettendo a disposizione il loro tempo e le loro energie. Ogni giovane sudanese che è mosso dall’urgenza dei bisogni degli altri è una potenziale risorsa per tali gruppi. Terzo, operano senza una posizione fissa. Si incontrano per strada, di solito tra le bancarelle dei venditori di tè, seduti sul banber (sgabelli tradizionali), che è un modo comune di socializzare e passare il tempo in Sudan. Fanno affidamento sulla natura radicata dei social network nella società sudanese. La sovrapposizione di famiglie allargate, vicini, parenti di vicini, amici e colleghi crea vari aggregati di conoscenze e facilita la condivisione delle informazioni. Questo è diventato ancora più efficiente con l’avvento della tecnologia e dei social media in particolare.

Queste iniziative giovanili sono potenti atti di resistenza e resilienza dato l’enorme stress e la mancanza di risorse con cui la maggior parte dei giovani sudanesi vive quotidianamente. Il fatto che siano spesso molestati e persino arrestati dalla polizia parla del loro coraggio e impegno. Coloro che vogliono immaginare un cambiamento e pensare il futuro del Sudan dovrebbero prendere in considerazione tali ricchezze presenti nella società.